come nasce una tesi csot
03 Giu 2014

Come nasce una tesi

Tesi di Diploma in Osteopatia: uno strumento indispensabile alla professione.

Testimonianza della nascita e dello sviluppo di una tesi presso il CSOT
Di Luca Franchi D.O. e Marco Paternesi D.O.

Ci piacerebbe raccontare com’è nata e si è sviluppata la nostra tesi di Diploma in Osteopatia sul trattamento dei bambini affetti da Otite Media Catarrale Cronica.

Il progetto di tesi è nato dopo aver ottenuto risultati interessanti in due pazienti affetti da Otite Media Catarrale Cronica da due anni, con più di sei episodi recidivanti di Otite Media Acuta l’anno,  inviati ai nostri studi da un medico otorino che, informato sulle possibilità del  Trattamento Manipolativo Osteopatico nei bambini con disfunzione della tuba d’Eustachio si è incuriosito ed ha proposto di  integrare il trattamento medico con l’approccio Manipolativo Osteopatico.

Eravamo studenti di quarto anno e con l’entusiasmo di chi ha appena iniziato a padroneggiare la complessità delle tecniche ed il razionale osteopatico abbiamo ottenuto risultati a noi sorprendenti: i due pazienti di cui uno è stato inserito nella tesi come Case History, dopo tre mesi di trattamenti con un totale di sei sedute non hanno più avuto recidive per la soddisfazione e la reciproca sorpresa dei genitori e del medico. Non è poco dare ad un bambino la possibilità di tornare a fare lo sport preferito oppure dormire serenamente.

Sull’onda dell’entusiasmo abbiamo proposto all’otorino ed al Dipartimento di Ricerca della nostra scuola di osteopatia di fare uno studio sulle Otiti Catarrali.

Elaborare il progetto secondo canoni scientifici è stato difficile, termini tecnici così strani per noi studenti lontani dalle nostre orecchie fino a quel momento ci hanno destato non poca confusione. Dobbiamo ringraziare il responsabile Dipartimento Ricerca della scuola Vito Adragna, quante telefonate ha subito per cercare di spiegarci come strutturare uno studio sui bambini con otite e per aiutarci a selezionare gli articoli scientifici da cui attingere informazioni utili alle nostre idee.

Quanto tempo passato a tradurre articoli in Inglese che ci è costato tempo e fatica mentale ma è stato interessante ed indispensabile renderci conto della grande esperienza osteopatica che hanno all’estero, soprattutto negli Stati Uniti, con i pazienti affetti da Otite Media.

Grazie al supporto del responsabile del Dipartimento Ricerca ed a quello del relatore Federica Ferraro abbiamo stilato un progetto di lavoro apprezzato dall’otorino che ci ha dato la disponibilità ad inviarci ulteriori pazienti.

La prima difficoltà è nata dal fatto che il numero preventivato di pazienti per fare un lavoro clinico tardava ad arrivare, dopo più di sei mesi avevamo visto pochi pazienti e non tutti hanno poi concluso il lavoro, questo perché non avevamo una struttura ospedaliera che potesse sostenerci, è stato difficile organizzare visite mediche ed osteopatiche in uno studio medico privato per ovvie ragioni economiche che non avevamo ben considerato all’inizio.

Ad un certo punto il nostro lavoro si stava arenando ma siamo riusciti a trovare la disponibilità di un altro otorino che ha trovato interessante il progetto e ci ha aperto le porte di un ospedale pubblico per svolgere il lavoro di tesi, ancora una volta sottolineiamo il supporto che ci ha offerto la scuola ed in particolare Vito Adragna che ha mediato con il medico cui siamo venuti in contatto per promuovere il lavoro, non siamo stati lasciati soli nel dialogo con queste istituzioni e di questo ne saremo sempre grati.

Nonostante le mille difficoltà come visitare e trattare i bambini in orari prestabiliti e con poco tempo a disposizione, avere personale sanitario che costantemente circolava nelle stanze dove venivano fatti analisi e trattamento osteopatico abbiamo vissuto una bella esperienza. Ricordiamo ancora i bambini che alle prime sedute erano diffidenti poi si addormentavano durante il trattamento, altri che ci chiedevano i massaggi e ci spiegavano come si facevano, altri ancora invece non stavano mai fermi costringendoci all’esercizio della pazienza e a migliorare le nostre abilità palpatorie per ottimizzare i tempi di diagnosi e di trattamento. Ringraziamo le mamme che ci hanno affidato i loro pargoli, parte dei loro vissuti non sempre piacevoli, il loro tempo, i loro dubbi e le gioie quando i bimbi sono stati meglio. E’ stato bello ed interessante il confronto con i medici otorinolaringoiatri cui siamo venuti a contatto, c’è stato un grande sforzo reciproco per cercare un linguaggio comune, comprensivo di qualche momento di incomprensione e lieve tensione. Noi diplomandi in osteopatia sentivamo che la posta in gioco era alta e cosi era, in quei momenti ci stavamo giocando la nostra credibilità come professionisti sanitari.

Vorremmo anche raccontare la giornata della discussione tesi a scuola che per molti sembra un “pro-forma” per concludere gli studi, ma la nostra scuola sta dando sempre più valore ai progetti di tesi e quando abbiamo discusso la nostra davanti ad una commissione che ci ha valutato non solo per i contenuti ma anche per la capacità di esposizione e per la metodologia utilizzata e ad una moltitudine di parenti ma soprattutto studenti incuriositi ed interessati, ci hanno raggiunto non poche emozioni e soprattutto non facili da gestire durante l’esposizione. Altro che “pro-forma”!.

Adesso possiamo dire che dall’inizio del progetto di tesi, ormai circa due anni fa, ci siamo rilassati soltanto dopo la discussione, anzi in realtà il lavoro continuerà perché la scuola ci ha selezionato per partecipare alla giornata nazionale delle tesi del R.O.I. per noi un’altra soddisfazione e possibilità di confronto e crescita.

Volevamo sicuramente di più dal nostro lavoro e speriamo che in futuro si possa riprendere e approfondire, ma di ciò che è stato fatto siamo molto soddisfatti.

La cosa bella è che rifaremmo tutto da capo, ne è valsa la pena, anche perché tutt’oggi continuiamo a lavorare con i bambini affetti da Otite Media Acuta o Cronica grazie alle competenze acquisite nella nostra esperienza di tesi; in realtà il bagaglio delle emozioni vissute con i bambini e le mamme prima, durante e dopo i trattamenti da solo ripaga di tutti gli sforzi compiuti, perciò prima di tutto il Grazie più Grazie va a loro.

Luca Franchi e Marco Paternesi

Commenti

commenti