22 Dic 2017

L’Osteopatia diventa una professione sanitaria

L’Osteopatia è una professione sanitaria. L’articolo 7 del Ddl Lorenzin è legge. Questo porta l’Italia all’avanguardia in Europa, insieme a Regno Unito e Portogallo.

Per noi significa due cose: significa il riconoscimento del lavoro di tante persone, che già esercitano questo mestiere, ed un premio al grande e lungo impegno dell’attuale direttivo del ROI, il Registro degli Osteopati d’Italia.

Il CSOT continuerà a fare quello che ha sempre fatto nei vent’anni trascorsi dalla sua nascita: formazione per i suoi studenti, preparazione a un’attività affascinante e di aiuto alle persone, e ricerca, verso sempre nuove frontiere della conoscenza del corpo e della sua salute.

La differenza, grande e bella, oggi sono due parole: osteopati riconosciuti. Diventare osteopata, da oggi, vorrà dire essere un professionista della sanità.

Nelle parole di Paola Sciomachen, presidente del ROI:

“Oggi possiamo festeggiare un altro importantissimo traguardo per il nostro riconoscimento. La Camera ha approvato l’articolo 7 del DDL Lorenzin che individua l’osteopatia come professione sanitaria e ne indica il percorso di riconoscimento per definire competenze e formazione. Una volta approvato tutto il DDL rimane solo un passaggio al Senato che ci auguriamo sia veloce e senza intoppi, terminato il quale si potrà poi passare alla fase attuativa della legge.
Da tre anni abbiamo percorso un cammino difficilissimo e questo risultato non era per nulla scontato. Dobbiamo essere davvero orgogliosi di quello che abbiamo ottenuto, dell’attenzione che abbiamo ricevuto, della fiducia che ci è stata rivolta a fronte dell’impegno dimostrato nella crescita culturale, nell’affermazione di una identità sempre più matura e consapevole.
Fermiamoci un momento per gioire di questo traguardo e per ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e che, anche in mezzo a difficoltà, hanno cercato soluzioni.
Ringraziamo chi non ha mai mollato, chi ogni giorno ha fatto il proprio lavoro con orgoglio e serietà, tutti i nostri pazienti che hanno sempre creduto in noi, i medici e i professionisti sanitari con cui abbiamo lavorato e che ci hanno offerto il loro sostegno, chi ci ha fornito la propria consulenza accompagnandoci nel percorso istituzionale, chi ci ha aiutato ad avere una voce.
In questi ultimi tre anni abbiamo aggregato una categoria intorno ad un progetto ambizioso che ci ha visti tutti coinvolti perché la posta in gioco era alta. Dovevamo essere in grado di rivendicare l’osteopatia come nostra professione, e di dimostrare ai politici ed alle istituzioni che l’osteopatia è una professione sanitaria che deve essere praticata da osteopati, altrimenti sarebbe diventata terreno di altri professionisti che già si erano organizzati per rivendicarla come propria competenza.
Noi ci abbiamo creduto e ce l’abbiamo fatta: siamo arrivati fino a qui e siamo felici.
Siamo felici perché è un successo non preteso ma meritato, guadagnato con impegno, raggiunto sulla base di evidenze, per costruire qualcosa che già esiste ma che merita dignità e un’identità propria.
Vorrei che ci prendessimo questo momento per noi, per sentirci Osteopati uniti, abbandonando paure e diffidenze, essendo confidenti in noi e fra di noi, e da qui poi ripartire insieme verso un altro pezzo di strada ancora spinoso, in cui dovremmo dimostrare chi siamo e cosa facciamo in modo professionale, adeguato al contesto.
Insieme a tutto il consiglio direttivo ci congratuliamo con tutti voi per questo successo”.

Commenti

commenti